Il trattamento delle ferite cutanee necessita di un intervento multi-professionale che valuta non solo la cura della ferita stessa ma anche l’assistenza al paziente nella sua totalità. All’interno di questo approccio un ruolo importante è svolto dall’infermiere specialista in Wound Care (cura delle ferite), figura ancora poco valorizzata in Italia, nonostante il problema delle lesioni croniche (lesioni da pressione, vascolari, diabetiche etc..). «Il Wound Care in generale è un problema ancora sconosciuto a molti e la mancanza di sensibilizzazione della popolazione su questo argomento è la principale motivazione di disorientamento di familiari/caregiver, che una volta colpiti, si trovano ad affrontare la situazione brancolando nel buio con il rischio di commettere errori talvolta fatali» dice Ivan Santoro Infermiere, Referente Regione Lombardia AISLeC (Associazione Infermieristica per lo Studio delle Lesioni Cutanee).

Dottor Santoro, cosa si intende per Wound Care?
La cura delle ferite cutanee è un problema che insorge quando il processo di riepitelizzazione non è in grado, per vari fattori, di rigenerare la pelle. Possiamo distinguere diverse tipologie di ferite o lesioni cutanee a seconda della causa scatenante: lesioni da pressione o da decubito, di origine vascolare, di origine diabetica, neoplastiche e/o metastatiche, ustioni, deiscenze chirurgiche, ognuna di queste meritevoli di un approccio a 360° e con un intervento multidisciplinare. Le lesioni si distinguono, poi, in acute e croniche a seconda della durata del processo infiammatorio.

Tra le tipologie di lesione, sicuramente alcune delle più difficili da curare sono quelle da pressione. Qual è l’approccio corretto?
Nel corretto approccio alle lesioni da pressione è indispensabile far riferimento alle Linee Guida validate internazionali (A.H.R.Q. Agency for Healthcare Research and Quality ) a cui si rifanno anche quelle italiane. Si tratta di raccomandazioni di comportamento clinico agli operatori sanitari, elaborate attraverso un processo sistematico e multidisciplinare, con il preciso scopo di indicare le modalità di assistenza più appropriate. Le Linee Guida per la prevenzione delle lesioni da pressione (LDP) sono finalizzate al raggiungimento di quattro obiettivi: identificazione dei soggetti a rischio di lesione, che necessitano interventi preventivi, e dei fattori che li mettono a rischio; mantenimento e miglioramento del grado di tolleranza del tessuto alla pressione al fine di evitare lesioni; protezione dagli effetti negativi provocati da forze meccaniche esterne (pressione, frizione e stiramento); riduzione dell’incidenza delle lesioni da pressione attraverso la realizzazione di programmi educativi.

I numeri
Alcuni dati epidemiologici hanno evidenziato che nel 2018 ci sono stati 65.000 decessi nei pazienti over 65 per complicazioni da lesioni da pressione, il 22,3% della popolazione italiana è over 65, per l’Organizzazione Mondiale della Sanità il 2% della popolazione industrializzata è colpita da lesioni cutanee. In Italia secondo la Federanziani (2014) gli anziani affetti da lesioni da pressione spendono per le medicazioni legate alla loro patologia fino a 250€ euro al mese e il 13% supera questa soglia, nel territorio bergamasco dal 2002 al 2019, secondo ultimi dati ISTAT, si è passati da 155.271 a 234.057 di over 65).

Qual è, in particolare, il ruolo dell’infermiere esperto in Wound Care?
Le due grosse aree di intervento in materia di lesioni da pressione sono:
1. la prevenzione, che si traduce nella pianificazione dell’assistenza che valuta la capacità di alimentarsi correttamente, valutazione sulla supplementazione nutraceutica; pianificazione di una sistematica e corretta mobilizzazione; esecuzione di una corretta igiene della cute; controllo dell’incontinenza; verifica del corretto utilizzo di presidi e ausili antidecubito e corretta informazione del caregiver;
2. il trattamento e cura della lesione. Il D.M. 739/94 art.1 punto 3 lettera C dice: “L’Infermiere pianifica, gestisce e valuta l’intervento assistenziale infermieristico” e al punto D”: “Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostiche-terapeutiche”. Pertanto l’infermiere, debitamente formato, deve essere in grado di approcciarsi nel modo migliore in collaborazione con il team multidisciplinare al paziente con lesioni da pressione o con elevato rischio di formazione di lesioni da pressione. La principale indicazione rimane, comunque, rivolgersi esclusivamente a professionisti in grado di formulare una diagnosi infermieristica dalla quale dipenderà l’impostazione del trattamento della/e lesione/i. La prescrizione medica di esami del sangue e altri esami diagnostici renderanno più preciso il percorso da seguire, cercando di fare chiarezza su ruoli e competenze che ruotano intorno al mondo delle lesioni cutanee che è composto di vari professionisti quali chirurghi vascolari e plastici, diabetologi, internisti, nutrizionisti, infermieri esperti in wound care, fisiatri, podologi etc.

I fattori che contribuiscono alla formazione di lesioni da pressione possono essere locali, come pressione, stiramento o taglio, attrito o frizione, oppure sistemici come età, riduzione della mobilità, malnutrizione, diabete, malattie febbrili

Ma come si diventa esperti in Wound care?
Gli Infermieri esperti in WC sono figure professionali che durante il loro percorso lavorativo hanno avuto modo di seguire corsi specifici in WC, oltre che occuparsi direttamente della prevenzione e del trattamento delle lesioni croniche; differente è la figura dell’Infermiere specialista in WC per cui è necessario conseguire il Master Universitario di I° livello, in cui gli obiettivi prefissati dal piano di studi, oltre a quelli di anatomia e fisiologia, saranno, in sintesi:
> conoscere i principi dell’Evidence Based Practice (pratica basata sulle evidenze) e sviluppare la capacità di utilizzare la metodologia della ricerca per problematiche inerenti al Wound Care attraverso l’analisi critica e metodologica della letteratura scientifica disponibile e/o reperibile;
> acquisire le conoscenze necessarie per effettuare piani di prevenzione e trattamento e impostare un’indagine epidemiologica sul fenomeno delle lesioni cutanee.
Purtroppo, per la mancanza di un riconoscimento delle competenze sia per lo specializzato sia per l’Infermiere esperto in Wound Care, ad oggi non vi sono chiare “corsie preferenziali” o sbocchi lavorativi specifici.

a cura di Elena Buonanno
con la collaborazione di Ivan Santoro Infermiere esperto in Wound Care
OPI Bergamo , Referente Regione Lombardia AISLeC (Associazione Infermieristica per lo Studio delle Lesioni Cutanee), Referente Ambulatorio Infermieristico Vulnologico Centro Medico Bergamo Sanità
Redattore www.assocarenews.it www.ilditonellapiaga.it