Il 6 giugno la cooperativa sociale Il Pugno Aperto compie trent’anni. Fondata nel 1991 da un gruppo di giovanissimi operatori sociali che decise d’inventarsi e condividere un progetto a sostegno delle fasce sociali più deboli, oggi la cooperativa, che ha sede a Treviolo, gestisce numerosi progetti sia nell’Ambito di Bergamo sia in quello di Dalmine, dà lavoro a oltre 200 persone e occasioni di volontariato a un altro centinaio. «La cooperativa ha iniziato la sua attività con interventi nell’area dei minori e della salute mentale. Poi nel tempo i servizi sono cambiati con il mutare dei bisogni del territorio, in base agli incontri fatti nel percorso, alle condizioni sociali del periodo. Ogni sfida è stata affrontata in modo appassionato, operando in modo coerente con i propri valori e con le esigenze delle persone» osserva la Presidente, Cristina Offredi.

I festeggiamenti per questo importante traguardo prenderanno forma in una mostra fotografica che racconterà le persone di Pugno Aperto nei loro luoghi di lavoro, impegnati nell’attività di dare un servizio alla comunità. La mostra verrà esposta per quindici giorni lungo il Sentierone di Bergamo e per altre due settimane nel centro di Dalmine. In occasione dell’apertura e della chiusura (se le condizioni sanitarie lo permetteranno) ci saranno piccoli momenti di festa e di condivisione sia con le realtà con cui la cooperativa collabora sia con i cittadini.

«I cittadini in molti casi sono i protagonisti e i beneficiari dei progetti della cooperativa e spesso non sanno che dietro servizi a loro molto vicini ci sia proprio una realtà come la nostra. È il caso delle scuole dell’infanzia e asili nido che gestiamo, direttamente o tramite il consorzio Sol.co Città Aperta di cui siamo soci, o in collaborazione con qualche Fondazione e Parrocchia. - Gli educatori della cooperativa inoltre collaborano in alcune attività negli oratori, operano nei CRE estivi, sono presenti negli spazi gioco per mamme e bambini e negli spazi compiti, progettano e seguono azioni nelle comunità per le famiglie e i ragazzi spesso in collaborazione con le amministrazioni comunali» continua Offredi.

Tra le altre azioni svolte ci sono progetti per persone adulte che vivono periodi di fragilità di diverso tipo, per esempio i progetti di housing sociale (accoglienza in case temporanee), le attività a domicilio e nel tempo libero per persone seguite dai servizi di salute mentale, i percorsi di assistenza domiciliare per anziani e gli interventi per persone in situazione di grave marginalità; molti di questi servizi sono svolti in collaborazione con altre cooperative, associazioni ed enti del territorio.

«Allo stesso tempo, la cooperativa si occupa di accoglienza di migranti richiedenti asilo o che richiedono il riconoscimento dello status di rifugiati. In questo caso abbiamo scelto di privilegiare la dimensione dell’accoglienza diffusa, con appartamenti collocati in contesti residenziali, per favorire la reale integrazione sociale delle persone».

La cooperativa si occupa inoltre di progetti per minori e famiglie fragili. Tra i progetti più longevi in questo ambito c’è quello della comunità minori Il Guado. «Il Guado è uno spazio di accoglienza e cura per bambini e ragazzi, maschi e femmine, tra gli 8 e i 18 anni, che vivono in condizione di grave fragilità familiare e che sono stati allontanati dal proprio contesto di vita su disposizione del Tribunale dei Minorenni. Il lavoro pedagogico che viene svolto cerca di garantire ai ragazzi serenità, cura del loro benessere psicosociale e delle relazioni che intrecciano con gli operatori, con i coetanei e con gli adulti del territorio in cui la comunità è immersa. Dopo tre traslochi e oltre 10 anni passati nella sede di Stezzano, da novembre 2020 il Guado si è trasferito a Mariano, nel comune di Dalmine. L’opportunità di migliorare i luoghi di accoglienza e il numero degli accolti, qualche anno fa, è arrivata quando la cooperativa ha incontrato i soci del Circolo Familiare di Mariano di Dalmine, un’altra cooperativa nata prima della Seconda Guerra Mondiale. Il Circolo è stato incorporato nel Pugno Aperto e abbiamo potuto così dare nuova vita all’immobile storico di proprietà del Circolo, impegnandoci a tenere un forte legame con il territorio, nello spazio ristrutturato abbiamo trasferito la Comunità Minori Il Guado e riservato una ampia sala per progetti e uso comunitario. La presenza del Guado a Mariano di Dalmine diventa così un’occasione per tutti i cittadini di comprendere che la cura dei più piccoli e fragili non è solo un compito dell’istituzione, ma è anche una responsabilità sociale di tutti» conclude la Presidente. 

a cura  di Giulia Sammarco
Cooperativa sociale Il Pugno Aperto
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