Bollette di luce e gas alle stelle. Ormai da mesi l’aumento del costo dell’energia si sta facendo sentire nelle tasche degli italiani, non solo di quelli che hanno attività commerciali o industriali, ma anche dei comuni cittadini. E le prospettive per l’inverno appena iniziato non sono confortanti.

Esistono però alcune strategie che possono aiutare a risparmiare energia e quindi denaro e che ognuno di noi può mettere in pratica quotidianamente. Come quelle suggerite nel “Decalogo del Consumo Energetico”, messo a punto dal Dipartimento Unità Efficienza energetica dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA): 10 regole per un uso intelligente dell’energia, altre 10 per il riscaldamento. Vediamone alcune, quelle più facilmente applicabili (l’elenco completo si può trovare sul sito www.enea.it).

1.Utilizzare lampadine a risparmio energetico

La tecnologia LED permette un grande risparmio energetico in quanto, a parità di potenza assorbita, produce una luce 5 volte superiore rispetto alle classiche lampadine a incandescenza e alogene.

La vita di esercizio di un LED a luce bianca è di circa 15.000 ore; mettendolo a confronto con le lampadine fluorescenti (7.500 ore di esercizio) e con le lampadine alogene (750 ore), si può notare il risparmio in termini di manutenzione nel tempo.

2.Ridurre l’utilizzo di acqua calda

Fare il bagno rispetto a fare una doccia implica un consumo di acqua di quattro volte superiore.
Infatti il consumo medio di acqua per fare il bagno è di 120 -160 litri, mentre per fare una doccia di 5 minuti è stimato un consumo di 75-90 litri e per una di 3 minuti 35-50 litri. Per ridurre ulteriormente i consumi è importante chiudere l’acqua quando ci si insapona o quando si fanno trattamenti tipo balsamo o maschere; un ulteriore risparmio si può ottenere installando frangigetto o riduttori di flusso su rubinetti e doccette.

3.Preferire apparecchi elettronici di classe energetica superiore

I consumi elettrici delle abitazioni sono riconducibili per il 58% agli elettrodomestici ed è grazie alla sostituzione di questi ultimi che si può ottenere una sensibile riduzione dei consumi energetici.
Per esempio, sostituendo una lavatrice di 20 anni fa con una odierna in classe A si potrebbe ottenere un risparmio di energia elettrica del 35%; prendendo invece in considerazione la sostituzione di un frigorifero si potrebbe arrivare fino al 40%.

4.Utilizzare le ciabatte multipresa

Mediamente la televisione o qualsiasi apparecchiatura elettronica in stand-by, cioè con la luce rossa accesa, assorbe una potenza da 1 a 4 Watt (dipende da marca e modello). Se moltiplichiamo questo dato per 24 ore, risulta che sono stati consumati tra i 24 e i 96 Wh. Questo dato diventa impressionante se moltiplicato per l’intero anno: un consumo inutile stimato tra gli 8.760 Wh e i 35.040 Wh.

Se presenti in casa non solo il televisore in stand-by ma anche un lettore dvd, un decoder, uno stereo oppure un computer, la situazione risulta ancora peggiore.

La soluzione potrebbe essere riunire tutte le spine degli apparecchi elettronici in una ciabatta multi-presa con un interruttore annesso, in modo da poter spegnere tutti con un unico gesto se non utilizzati, senza più lasciarli in stand-by.

5.Non lasciare la luce accesa inutilmente

Durante la sera è bene tenere accesa in casa solo la luce della stanza che si sta occupando e, man mano che ci si sposta all’interno dell’abitazione, è sempre buona abitudine spegnere la luce e tutti gli apparecchi elettronici che si stavano utilizzando. Durante il giorno invece è importante sfruttare al massimo la luce del sole, cercando di tenere il più possibile le luci spente.

Attualmente cominciano ad essere presenti sul mercato dei sistemi di controllo da remoto, che permettono di spegnere e accendere le luci con il proprio smartphone. Esistono inoltre da tempo sistemi di domotica più sofisticati per la gestione non solo di luci ma anche, ad esempio, di tapparelle e tende.

6.Controllare la temperatura degli ambienti

Avere in casa temperature estive nella stagione più fredda è uno spreco, inoltre l’aria calda e secca nuoce alla salute. 19°C sono più che sufficienti a garantire il comfort necessario. Ogni grado in più comporta consumi di energia significativi, con conseguente aggravio in bolletta

7.Fare attenzione alle ore di accensione dei riscaldamenti

È inutile tenere acceso l’impianto termico di giorno e di notte.
In un’abitazione efficiente, il calore che le strutture accumulano quando l’impianto è in funzione garantisce un sufficiente grado di comfort anche nel periodo di spegnimento. Il tempo massimo di accensione giornaliero varia per legge a seconda delle 6 zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia.

8.Schermare le finestre durante la notte

Chiudendo persiane e tapparelle o mettendo tende pesanti si riducono le dispersioni di calore verso l’esterno.

9. Evitate ostacoli davanti e sopra i termosifoni e non lasciare le finestre aperte a lungo

Collocare tende, mobili o schermi davanti ai termosifoni o usarli come stendibiancheria è fonte di sprechi in quanto ostacola la diffusione del calore. È invece opportuno inserire un pannello riflettente tra parete e termosifone, specie nei casi in cui il calorifero è incassato nella parete riducendone spessore e grado di isolamento.

Anche un semplice foglio di carta stagnola contribuisce a ridurre le dispersioni verso l’esterno. Inoltre, per rinnovare l’aria di una stanza è sufficiente tenere le finestre aperte pochi minuti, mentre lasciarle troppo a lungo comporta solo inutili dispersioni di calore.

10.Dotare il proprio impianto di una centralina di regolazione della temperatura

È indispensabile dotare il proprio impianto di una centralina di regolazione automatica della temperatura che evita inutili picchi o sbalzi di potenza. La possibilità di programmazione oraria, giornaliera e settimanale garantisce un ulteriore risparmio energetico.

Anche la domotica aiuta a risparmiare: cronotermostati, sensori di presenza e regolatori elettronici permettono di regolare anche a distanza, tramite telefono cellulare, la temperatura delle singole stanze e il tempo di accensione degli impianti di riscaldamento.

Termostato a 19 gradi? Il parere del medico


Il piano del Governo per il risparmio energetico prevede la riduzione di un’ora al giorno dell’orario di accensione dei riscaldamenti per il periodo invernale. Inoltre viene fissato a 19°C il limite a cui poter regolare i termosifoni, 1°C in meno rispetto alle precedenti disposizioni. Molte persone temono che questa riduzione di temperatura possa esporre al rischio di avere freddo e a una maggiore vulnerabilità a raffreddori e influenza. «Il calo o l’aumento della temperatura esterna è qualcosa che avvertiamo immediatamente sul nostro corpo. Una diminuzione delle temperature ha effetto soprattutto sull’apparato cardiovascolare: il nostro organismo reagisce facendo aumentare la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca» spiega il professor Fabrizio Pregliasco, Direttore scientifico di Osservatorio Influenza, Professore Associato di igiene generale ed applicata presso la sezione di Virologia del Dipartimento di scienze biomediche per la salute dell’Università degli studi di Milano e Direttore Sanitario I.R.C.C.S. Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio di Milano. «È stato dimostrato come vivere regolarmente in un ambiente troppo freddo abbia un effetto negativo sulla salute ed è noto che vivere in case in cui il termostato indica valori troppo bassi concorra a causare un aumento delle malattie e dei decessi durante l’inverno. Nel passaggio da 20 a 19 però i rischi per la salute sono contenuti. Anzi, in realtà, tenere un grado in meno in casa, non solo fa risparmiare ma è la temperatura perfetta. In linea generale, nessun timore. Se si ha freddo basta vestirsi un po’ più pesanti. Gli unici che potrebbero risentirne a livello di salute sono i soggetti fragili, a partire dalle persone più anziane. Con l’avanzare dell’età il nostro sistema di termoregolazione si deteriora: ecco perché molti anziani avvertono maggiormente il freddo e possono rischiare fenomeni di ipotermia senza accorgersene. È a loro che bisogna pertanto porre maggior attenzione nei mesi freddi».

A cura di Claudio Gualdi