Il contatto “pelle a pelle” è il momento della prima conoscenza fisica tra mamma e bambino, fino a quel momento limitata ai pensieri, alle emozioni e alla pancia che cresceva. In inglese si utilizza il termine “uninterrupted skin to skin”, per indicare un contatto ininterrotto, quasi un invito a non disturbare il neonato dopo la sua nascita. Ce ne parlano la dott.ssa Cristina Zanardi, ostetrica e consulente sessuale e la dott.ssa Monica Vitali, ostetrica, osteopata e consulente sessuale, presso il Centro Italiano Pavimento Pelvico® di Bergamo.

In cosa consiste la pratica “skin to skin”

La “skin to skin” che consiste nel posizionare il neonato sul corpo della madre. Dopo la nascita, il bambino viene asciugato accuratamente tamponando la cute con teli caldi e asciutti, coperto con un cappellino e una copertina e messo a pancia in giù a contatto diretto con l’addome della madre che si trova in posizione semisdraiata, senza vestiti che li separino. Così facendo il neonato, attraverso i cinque sensi, riconosce la mamma, percepisce la sua pelle, il suo odore, il suo respiro e riconosce il suono della sua voce. Il battito cardiaco si stabilizza, il respiro si regolarizza, il pianto cessa, la sua temperatura corporea si scalda e lentamente, inizia a ricercare il seno: il fenomeno è conosciuto come Breast Crawling ed è raccomandato da UNICEF, OMS e WABA. Se questo momento viene protetto da interruzioni, il neonato raggiunge il seno materno per la prima poppata, avviando l’allattamento al seno che può prevenire il 22% delle morti di bambini di età inferiore a un mese, nei paesi in via di sviluppo.

I benefici per la mamma e per il bambino

Il contatto pelle a pelle porta numerosi benefici per mamma e bambino, tanto da essere promosso da numerose linee guida che ne raccomandano l’utilizzo in ogni punto nascita. In uno studio del 2016, Amit Sharma ha dimostrato come la pratica incrementi il tasso di allattamento esclusivo al seno a 6 mesi dal parto. I benefici riconosciuti di un precoce “skin to skin” includono l’avvio di un allattamento duraturo, il consolidamento del legame tra genitori e bambino (bonding), il miglioramento della stabilità cardio-respiratoria, metabolica e termica del neonato. Infatti, tra le braccia della mamma, si osserva una riduzione del pianto e dello stress neonatale, con una conseguente ottimizzazione dei processi fisiologici che costituiscono un buon adattamento alla vita extrauterina. I benefici per il bambino non si limitano a dopo la nascita. Il contatto con la pelle della madre permette una colonizzazione batterica che garantirà al bambino un imprinting e una protezione immunologica destinata a durare per sempre, la regolarizzazione della sua temperatura corporea, il controllo della frequenza cardiaca e la stabilizzazione dei livelli di glucosio nel sangue. Indicatori molto importanti per il benessere del nascituro. I benefici materni interessano il ruolo dell’ormone dell’ossitocina. Il contatto pelle a pelle e il massaggio del seno da parte del neonato, generano dei picchi elevati di
questo ormone che, oltre a garantire il successo dell’allattamento, riduce e previene le emorragie del post partum, aumenta la sensazione di benessere e riduce il rischio di depressione post partum.

Quando è meglio utilizzato?

Alla luce dei vantaggi della skin to skin, si intuisce come questa pratica dovrebbe essere estesa a qualunque setting birth. L’OMS, nelle linee guida “WHO recommendations intrapartum care for a positive childbirth experience”, raccomanda di estendere la pratica anche dopo un parto cesareo. Il contatto pelle a pelle dopo un cesareo permette alla mamma di fare fin da subito conoscenza
con il suo bambino. È stato dimostrato che il contatto pelle a pelle diminuisce anche la percezione del dolore.

La pratica skin to skin può essere effettuata anche dai padri?

Qualora le condizioni della mamma non garantissero la possibilità di effettuare la skin to skin è possibile proporlo al papà con le stesse modalità, modificando i livelli di cortisolo e testosterone e influenzandone la paternità. La paternità è una condizione multidisciplinare che coinvolge anche fattori sociali, culturali e ormonali. In risposta all’interazione con il neonato è predittivo per un maggior coinvolgimento nell’assistenza neona-
tale. In conclusione, per un neonato trovarsi a contatto con la pelle della madre e/o del padre è il modo migliore per abituarsi alla vita fuori dall’utero e fornisce effetti benefici a breve e lungo termine. Non è solo un bel modo per venire accolti dal mondo, ma è un aiuto al benessere del neonato e un investimento di salute per tutti, un’esperienza unica, che va protetta e preservata. 

A cura della Dott.ssa Monica Vitali Ostetrica, Osteopata Consulente Sessuale
e della Dott.ssa Cristina Zanardi Ostetrica e Consulente Sessuale
Centro Italiano Pavimento Pelvico®
Bergamo