Dà nuova luce alla pelle. La mantiene liscia e levigata. La rende più ricettiva ai principi attivi contenuti in creme e altri trattamenti. Combatte la secchezza. No, non è un nuovo ritrovato miracoloso. È lo scrub, un ottimo alleato, insieme al peeling, per rinnovare la pelle di viso e corpo provata e ingrigita dall’inverno e prepararla alla bella stagione e al sole.

Ma ogni quanto bisognerebbe farli? E come? Ce lo spiega la dottoressa Mariarita Andaloro, medico chirurgo che da anni si occupa di medicina estetica.

Dottoressa Andaloro, cos’è
lo scrub e a cosa serve?

Lo scrub è un trattamento esfoliante che stimola l’eliminazione delle cellule morte che si depositano sulla superficie cutanea, riattiva la microcircolazione e favorisce la fuoriuscita di comedoni (punti neri), rendendo la pelle più liscia, morbida e meno spenta. Le cellule morte vengono rimosse con un'azione meccanica, grazie alla presenza di microgranuli o sferule.

Con che frequenza è consigliabile applicarlo sia al viso sia al corpo?

Premesso che sulla pelle del viso è bene utilizzare uno scrub più delicato rispetto a quello del corpo, in linea di massima uno scrub casalingo andrebbe fatto una volta alla settimana e, con il passare del tempo, una volta al mese. Per i trattamenti professionali invece sono sufficienti due sedute nel periodo invernale e due nel periodo estivo. Una somministrazione troppo frequente, potrebbe infatti determinare fenomeni di sensibilizzazione eccessiva della cute. Per chi inizia, è consigliabile provare il prodotto su una piccola zona dietro l’orecchio e vedere come reagisce la pelle: se non si presentano controindicazioni, si può procedere al trattamento.

Come scegliere lo scrub giusto
per il proprio tipo di pelle?

Se si ha la pelle secca, in generale, sarebbe bene evitare questo tipo di trattamento, poiché si potrebbe incorrere nella rottura dei capillari.

Per chi invece ha la pellegrassa o mista va bene qualsiasi tipo di scrub. Preferibili sono comunque quelli con ingredienti naturali come sale rosa dell’Himalaya, noccioli di frutta polverizzati, zucchero di canna, farina di mandorle o avena.

Che cos’è, invece, il peeling?
Il peeling (dall'inglese to peel, "spellare") è un trattamento levigante ed esfoliante, che determina una parziale o totale distruzione degli strati più superficiali della pelle attraverso l’utilizzo di agenti chimici ad azione cosiddetta cheratolitica. In questo modo si va a stimolare il turnover (ricambio) delle cellule, restituendo alla pelle luminosità e diminuendo le imperfezioni cutanee più diffuse: pori dilatati, impurità, comedoni, cicatrici post-acneiche, macchie e cheratosi, rughe e danni da photoaging (invecchiamento cutaneo dovuto all’esposizione ai raggi UV). I peeling chimici si differenziano in base al tipo di agente chimico utilizzato e in base alla loro capacità di penetrare in profondità e possono essere superficiali, medi e profondi.

Peeling superficiale
È indicato per eliminare le rughe molto fini, le macchie superficiali e le lesioni cheratosiche (ipercheratosi attiniche o seborroiche e le verruche piane). In genere l’entità del miglioramento è modesto e per raggiungere risultati più consistenti occorre fare più sedute, a distanza di circa venti giorni l’una dall’altra. Tra i prodotti utilizzati: Resorcina e derivati (Pasta di Unna, Soluzione di Jessner ovvero una combinazione di Acido Lattico, Acido Salicilico, Resorcina), Alfaidrossiacidi, Acido Glicolico al 70%.

Peeling intermedio
Più aggressivo rispetto a quello superficiale, determina un ricambio complessivo dell’epidermide e di una piccola parte del derma papillare, cioè lo strato più superficiale del derma (lo strato della pelle sotto l’epidermide). Offre ottimi risultati, soprattutto per i tipi di cute con macchie, rughette, ipercheratosi, causate dall’eccessiva esposizione solare e localizzati prevalentemente nell’epidermide e nel derma superficiale. Tra i prodotti utilizzati: Acido Piruvico e Acido Tricloroacetico (TCA) al 30-40%, usato esclusivamente dal medico.

Peeling profondo (peeling chirurgico)
Distrugge tutta l’epidermide, buona parte del derma papillare e a volte del derma reticolare. La pelle può essere rigenerata in modo completo, ma c’è anche il rischio che rimangano cicatrici. I prodotti utilizzati sono: Fenolo e Acido Tricloroacetico ad alte concentrazioni (50% ed oltre).

chiunque Si può sottoporre a questo tipo di trattamento?
Ci sono delle controindicazioni, assolute o relative: gravidanza, coronaropatia ostruttiva, chirurgia recente della testa o del collo, pregresso trattamento radiante, herpes labialis in atto o con ricorrenze ravvicinate, escoriazioni neurotiche del volto, ferite aperte, acne in fase attiva, stato di stress fisico o mentale, pelle scura, fotoprotezione inattuabile post-operatoria.

Il peeling chimico (intermedio o profondo) innesca una reazione infiammatoria da parte della pelle che attiva la produzione di nuove fibre di collagene e di glicosaminoglicani (meccanismi rivitalizzanti del derma)

 

DURANTE.
La soluzione del peeling viene applicata sulla pelle del viso con una spugnetta o un pennello. Il medico deciderà per quanto tempo prolungare l’applicazione osservando attentamente la reazione della pelle.

DOPO.
I peeling chimici intermedi e profondi lasciano la pelle arrossata. Si possono formare delle croste a seconda del tipo e della profondità del trattamento affrontato. Nel giro di circa 5/10 giorni, periodo durante il quale ci si può truccare tranquillamente (ad eccezione del primo), si sarà formata una nuova pelle.

a cura di ALESSANDRA PERULLO

HA COLLABORATO DOTT.SSA MARIARITA ANDALORO
Medico estetico