Quali i pro e quali i contro dell’utilizzo del machine learning nello studio?
L’Intelligenza Artificiale rappresenta una delle più grandi rivoluzioni tecnologiche che l’uomo abbia mai sperimentato nella sua storia. Alcune volte integra le nostre capacità, altre le sostituisce. Questa branca dell’informatica simula l’intelligenza umana tramite funzioni matematiche. In particolare, si occupa di progettare sistemi hardware e sistemi software, che vengono programmati, secondo una grande acquisizione di dati e secondo specifiche regole algoritmiche. A seconda del grado di riproduzione delle funzionalità umane, si distinguono Intelligenza Artificiale Debole ed Intelligenza Artificiale Forte. Si parla anche di Machine Learning e Deep Learning. Il termine Machine Learning indica un ampio processo di apprendimento da parte del computer. Il Deep Learning si riferisce invece a reti neurali profonde, riprodotte nei sistemi intelligenti e direttamente ispirate al funzionamento del cervello umano. Ad oggi, i cosiddetti large language model, come ChatGPT, hanno uno sviluppo enorme e sono diventati essenziali nella maggior parte delle nostre azioni. Il successo dell’Intelligenza Artificiale è talmente ampio da avere creato quasi un mondo parallelo. C’è tuttavia preoccupazione per l’impatto negativo che l’uso eccessivo di queste tecnologie può avere sul naturale sviluppo cognitivo dell’uomo e in particolare dei ragazzi, in una fase molto delicata della crescita. Per questo stesso motivo, dall’anno scolastico appena iniziato anche i cellulari sono banditi dalle classi delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, persino per le attività educative e didattiche.

I limiti della AI

Il dibattito sulla natura di questa risorsa informatica è aperto. Se da un lato essa rappresenta un’enorme risorsa per l’essere umano, dall’altro ha in sé dei limiti che non sembrano superabili e che sono centrali nella disciplina che prende il nome di Filosofia della mente. Si tratta di punti che tracciano la lontananza tra la natura delle macchine e la complessità della natura umana. Innanzitutto, una macchina riconosce il valore sintattico di una parola, ma non il suo valore semantico. In buona sostanza, non ne riconosce esattamente il valore di significato. Inoltre, un sistema informatico non può riconoscere e stabilire alcun collegamento logico o casuale in concetti astratti. Una macchina non ha capacità creativa, non possiede un pensiero associativo e, soprattutto, non possiede autocoscienza. Tutto questo sottolinea l’importanza del ruolo umano
nello sviluppo e nell’ottimizzazione continua dell’intelligenza artificiale. Le macchine avranno sempre bisogno della presenza dell’essere umano e della sua integrazione. La possibilità di errore resta elevata e questo comporta un discorso anche di carattere etico.

L’intelligenza artificiale tra i banchi di scuola

Possiamo dire che l’Intelligenza Artificiale sia una bellissima invenzione, il cui utilizzo può facilitare tutti i processi mentali dell’essere umano. L’informatica è stata riconosciuta come una delle grandi rivoluzioni della storia. Come in tutti i progressi tecnologici, anche l’Intelligenza Artificiale sta entrando prepotente nel settore dell’istruzione. Le possibilità a livello didattico sono enormi: creazione di un ambiente più coinvolgente, miglioramento della connessione tra studenti, stimolo alla collaborazione, supporto allo studio. L’Intelligenza Artificiale, come tutti gli strumenti tecnologici, è un’opportunità, ma questo strumento deve appunto restare un ottimo supporto e non un sostituto dell’essere umano. Si parla, in questo senso, di empowerment intelligente, ossia dei vantaggi che nascono della combinazione delle capacità di pensiero umano con le applicazioni dell’intelligenza artificiale. Soprattutto, non bisogna dimenticare che un sistema informatico, che riproduca seppur fedelmente il sistema neuronale dell’essere umano, non potrà mai riprodurre la nostra coscienza e il nostro potere decisionale.

L’algoretica e le neuroscienze

L’algoretica è quella disciplina che tratta l’etica degli algoritmi. Nel 2019 L’Unione Europea ha elaborato un proprio codice etico, con le linee guida per il corretto utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. Secondo una visione ancora antropocentrica, l’Intelligenza Artificiale deve servire l’essere umano, senza metterne in pericolo in alcun modo i diritti fondamentali. L’essere umano resta al centro nella supervisione del sistema. Più di recente, nel giugno del 2024, è stato direttamente il pontefice a mettere in allarme sul potere decisionale dell’essere umano. Oltre agli aspetti etici, esistono anche problemi scientifici, legati all’utilizzo del supporto fisico informatico e sulle conseguenze sul nostro cervello. Secondo le neuroscienze, infatti, l’utilizzo dei dispositivi digitali determina una riduzione delle capacità mnemoniche, problemi psicologici, quali ansia, depressione, disturbi del sonno, problemi di apprendimento. Si può addirittura ipotizzare che l’utilizzo dei media possa a lungo termine modificare il nostro cervello, attraverso processi di plasticità neuronale. Se è vero che i dispositivi elettronici stimolano il cervello, è invece difficile pensare che tale stimolazione aumenti le capacità cognitive.

A cura di Ivana Galessi