È trascorsa poco più di una settimana dall’inizio della Fase 2 e per molti è finalmente arrivato il momento di ripartire. L’isolamento sociale in cui abbiamo vissuto negli ultimi 50 giorni, infatti, ha radicalmente modificato il nostro stile di vita e le nostre abitudini, anche alimentari. Nutrimi, la prima piattaforma multicanale italiana dedicata all’Alimentazione e alla Nutrizione, ha condotto 2 indagini parallele, sui professionisti della nutrizione e sui consumatori, un campione di oltre 200 intervistati totali, al fine di valutare le ripercussioni del lockdown sulla dieta e sul lavoro di chi “si occupa di dieta”.


Se la maggior parte dei biologi e dietisti intervistati è riuscita a portare avanti il lavoro nella modalità “smart”, per 1 professionista su 4 il lockdown ha significato l’interruzione completa dell’attività. Non solo si è ridotto il numero dei nuovi pazienti, ma nel 75% dei casi sono calate anche le richieste di consulenza da parte di quelli presi già in carico.
Curiosamente, l’indagine ha osservato che, mentre tra coloro che non stavano seguendo una dieta specifica, la quarantena è stata nella maggior parte dei casi l’occasione per consolidare o addirittura migliorare le abitudini a tavola, ad esempio aumentando la varietà della dieta e il consumo di frutta e verdura, 2 soggetti su 3 tra quelli “a dieta” hanno vissuto invece un peggioramento e il 7% ha interrotto il regime alimentare. Un dato, quest’ultimo, confermato anche dai professionisti interpellati, che hanno osservato un “netto peggioramento delle abitudini alimentari dei pazienti” in ben il 70% dei casi.
Le tentazioni, l’assenza della giusta motivazione e talvolta la difficoltà a reperire gli alimenti necessari hanno giocato un ruolo determinante. Per 8 pazienti su 10 la cucina è stata essenzialmente luogo di conforto, complice anche il maggior tempo a disposizione.

I professionisti che hanno mantenuto i contatti con i propri pazienti hanno ricevuto infatti richieste su strategie per non aumentare di peso (80% degli intervistati) e non cedere alle tentazioni (44% degli intervistati). Gettonatissime le domande sul ruolo di nutrienti e alimenti nei confronti del COVID-19, specialmente in merito a vitamina C e integratori. Molto diffusi anche i timori di contrarre il COVID-19 toccando o mangiando cibo “contaminato”, così come la convinzione che esistano alimenti protettivi quali, per esempio, aglio e cipolla o che sia possibile uccidere il virus bevendo acqua bollente. Falsi miti affrontati in queste settimane anche da Nutrimi, in una sezione dedicata.
Se il lockdown non è stato quindi un periodo ideale per chi era “a dieta”, gli stessi professionisti, dal canto loro, hanno privilegiato in questo periodo l’invito alla calma e all’equilibrio, al “rallentamento”, scoraggiando invece il ricorso a modelli alimentari esageratamente restrittivi. Non è mancata naturalmente la promozione dell’attività fisica, soprattutto quella finalizzata al rinforzo muscolare o al rilassamento psicofisico, come lo yoga.


Nutrimi è il punto di riferimento in Italia per l’aggiornamento sull’alimentazione e la nutrizione, una piattaforma multicanale con la missione di accompagnare ogni giorno i professionisti dell’alimentazione nella loro pratica quotidiana e diffondere le conoscenze in continua evoluzione in questo ambito.
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