Chiunque ha sentito, soprattutto di notte, i tipici vocalizzi felini che assomigliano al pianto di un bambino piccolo. Sono quelli emessi dai gatti maschi durante la cosiddetta “stagione degli amori”, che ha inizio da fine gennaio. Un periodo “delicato” che può nascondere rischi, anche gravi, per la salute dei gatti domestici abituati a uscire anche fuori da casa. Approfondiamo l’argomento insieme alla dottoressa Viviana Bonfanti, medico veterinario.
Dottoressa Bonfanti, innanzitutto quanto dura la “stagione degli amori” per i gatti?
La specie felina viene definita “poliestrale stagionale”: le femmine vanno in calore più volte durante la stessa stagione che in genere va da fine gennaio fino a ottobre, seguendo il fotoperiodo positivo (periodo dell’anno con maggior numero di ore di luce). Durante tutti questi mesi le gatte vanno in calore ogni 15 giorni circa. Se riescono ad accoppiarsi in modo efficace, cioè se l’atto sessuale riesce a far ovulare la femmina, la gatta resta gravida e partorirà dopo circa due mesi di gestazione. Se ciò non accade, passa un periodo variabile di circa un mese per poi tornare nuovamente in calore e disponibile a un nuovo accoppiamento. Dopo il parto, invece, la gatta allatta i gattini per circa uno-due mesi e una volta finito l’allattamento torna in calore dopo 15 giorni (se è ancora nella stagione riproduttiva). Da fine settembre-ottobre, invece, le gatte vanno in “anaestro”, cioè il loro apparato riproduttore, seguendo il fotoperiodo negativo (minor numero di ore di luce giornaliere), va in riposo fino a gennaio-febbraio dell’anno successivo.
Perché la stagione riproduttiva può essere “pericolosa” per i gatti maschi?
Durante la stagione riproduttiva, i maschi lottano per accoppiarsi con la femmina, emettendo i tipici vocalizzi. Durante le lotte possono ferirsi anche gravemente e trasmettersi pericolose malattie infettive come la Fiv (causata dal Feline immunodeficiency virus, analogo dell’Aids umano) il cui contagio avviene attraverso la saliva del gatto infetto inoculata coi morsi. Quindi se il gatto domestico tornasse a casa ferito o improvvisamente mostrasse debolezza, inappetenza, sonnolenza eccessive, e fosse un gatto intero (non castrato) con libero accesso all’esterno della casa, sarebbe meglio portarlo subito da un veterinario per una visita approfondita. Se fosse stato morso da un gatto potrebbe facilmente presentare uno o più ascessi di cui in genere ci si rende conto solo dopo qualche giorno: un gonfiore sulla parte del corpo morsicata o graffiata a cui segue spesso fuoriuscita di pus favorita anche dal leccamento insistente della parte. Questo genere di lesione solitamente è molto dolorosa e provoca un rialzo della febbre importante (anche 40-41 C°). La somministrazione di antibiotici accompagnata, se necessario, dalla pulizia chirurgica della ferita, porta alla guarigione completa in pochi giorni.
È importante proteggere i gatti domestici da comportamenti che potrebbero causare loro danni anche seri: oggi esistono trattamenti medici e chirurgici che permettono di farlo senza alterarne personalità e carattere”
Cosa si può fare per proteggerli e prevenire problemi?
Per prevenire la trasmissione di malattie come la Leucemia felina, la Calicivirosi, l’Herpesvirosi e la Panleucopenia, è consigliabile la vaccinazione. A tutt’oggi, invece, non è ancora disponibile un vaccino nei confronti della Fiv. In generale, poi, per ovviare a tutti i problemi, l’unico metodo efficace di prevenzione è rappresentato dalla castrazione del gatto che può essere chimica o chirurgica. La castrazione chimica prevede la somministrazione di una sostanza, la Deslorelina, in grado di sopprimere la produzione degli ormoni maschili (Fsh e Lh) con conseguente diminuzione della concentrazione di testosterone nel sangue e quindi della libido. In questo modo i maschi non subiscono più il richiamo delle femmine in calore e diminuisce la necessità di lottare con altri maschi per l’accoppiamento. Questo trattamento è reversibile, perciò dopo circa un anno l’effetto svanisce e gradualmente gli ormoni tornano a essere prodotti normalmente. Un metodo più drastico, ma definitivo, è rappresentato dalla castrazione chirurgica, cioè l’asportazione dei testicoli. Si tratta di un intervento chirurgico semplice effettuato in anestesia totale, che prevede un ricovero in day hospital e il riposo a casa di qualche giorno. In entrambi i casi, il gatto non subisce modificazioni comportamentali importanti, se non quelle legate alla sfera sessuale: se è un esploratore o un giocherellone, rimarrà tale! Anche per le femmine esiste la possibilità della sterilizzazione, ma in questo caso è consigliata solo quella chirurgica che prevede l’asportazione delle ovaie e, a volte, anche dell’utero per mezzo di un intervento chirurgico più complesso rispetto a quello del maschio. Infatti nelle femmine è necessario eseguire una laparotomia (apertura dell’addome) per poter asportare gli organi genitali. Dopo l’intervento è prevista la somministrazione di antibiotici ed antidolorifici per qualche giorno, accompagnati da riposo in casa.
a cura di Elena Buonanno
con la collaborazione della dott.ssa Viviana Bonfanti
Medico Veterinario
A Nese