Una storia di coraggio quella di Simone Cristinelli, di Parzanica. Il 2 giugno sarebbe dovuto tornare in barca, con un risvolto benefico, ma è stato ritenuto non idoneo.

Rimanere paralizzato dal bacino in giù a 29 anni è un boccone amaro difficile da mandare giù. Per farsene una ragione, non lasciarsi andare, guardare avanti con fiducia nel futuro, ci vuole una bella forza d’animo. Simone Cristinelli, 29 anni, di Parzanica, l’ha avuta. Dopo un incidente in moto il 20 agosto 2023, ha passato attimi terribili e superato un’operazione alla colonna vertebrale. Quindi ha affrontato un percorso di riabilitazione per recuperare al massimo l’uso degli arti superiori, rimanendo a lungo alla Casa degli Angeli di Mozzo.

Sportivo, appassionato di moto e musicista, ha visto la sua vita cambiare radicalmente, lui che ha sempre lavorato nell’azienda di famiglia, settore nautico. Tradito dall’asfalto bagnato e portato d’urgenza in ospedale, si è accorto «abbastanza presto di essere paralizzato. E all’inizio è stata dura», ricorda. Prima dell’incidente era una persona sempre in movimento e circondata dagli affetti. Gli piaceva andare in palestra, allenarsi con gli amici, divertirsi la sera, come tutti. Ora ha bisogno di una casa adeguata, e la stessa cosa per l’auto. Se ripensa all’incidente, sente di dover fare un appello alla sicurezza: «Il giubbotto con le protezioni può fare la differenza, mai evitare di indossarlo». E poi pensare alle conseguenze che un incidente può avere sulla vita dei propri cari, oltre che su sé stessi: aumenta la propensione a non cacciarsi nei guai. La positività l’ha fatto rimanere a galla. «Bisogna aggrapparsi alla vita – dice – . Fondamentale è avere prima di tutto una passione, che sia il lavoro, un hobby, uno sport». E le amicizie vanno coltivate: «Tutte le persone che ho conosciuto nella mia vita e a cui ho lasciato un po’ di bene mi stanno restituendo tutto indietro con gli interessi, e questo mi sta dando una forza incredibile». Già da dicembre, dopo aver lasciato la Casa degli Angeli, ha iniziato a preparare la sua “impresa”: partecipare al 71esimo raid motonautico internazionale dello scorso 2 giugno, da Pavia a Venezia.

Con un risvolto benefico: sostenere i sanitari della Croce Blu del Basso Sebino di Sarnico, quelli che l’hanno soccorso il 20 agosto scorso dopo la tremenda caduta in moto. Sembrava che tutte le pratiche fossero andate in porto. Versati i 400 euro di iscrizione, Simone non vedeva l’ora di gareggiare. Invece, a meno di 24 ore dallo start, è arrivato il no della Federazione italiana motonautica, che gli ha ritirato la licenza. «Ci hanno detto – spiega il fratello Luca - che per poter scendere in acqua avremmo dovuto avere una dichiarazione del Comitato paralimpico di Roma, ma di sabato pomeriggio. Impossibile. E poi, la motonautica non è una disciplina paralimpica, quindi non avrebbero potuto comunque farci il certificato. Se ci avesse avvisati per tempo, avremmo capito meglio come fare».

Nonostante la rinuncia alla gara, i due sono andati in auto a Venezia per assistere almeno all’arrivo delle barche al traguardo. «Inutile nascondere la nostra sorpresa, soprattutto perché tutto questo è sorto dopo mesi dall’accettazione della nostra iscrizione da parte degli organizzatori». Il fine della partecipazione di Cristinelli era innanzitutto dimostrare che anche chi si trova in una condizione di grave disabilità fisica può realizzare un’impresa straordinaria. Quello che voleva è creare un precedente per trovare il modo, anche insieme alla federazione, di rendere la motonautica accessibile a tutti. Fin dalla riabilitazione post incidente, infatti, Simone ha iniziato a ragionare sul suo ritorno in barca, e ora è dotato di una speciale imbragatura omologata con il suo argano per entrare in barca in sicurezza. Per la gara era anche stata riportata in vita una vecchia imbarcazione di legno di 6 metri, dotata di un nuovo motore Mercury F225: con questo gioiello Cristinelli si è allenato senza sosta per tutto l’inverno. Il mezzo, costato oltre 50mila euro e contrassegnato dal numero 777, aspettava solo di sfidare gli altri 147 in gara lungo il Ticino e il Po, per arrivare nel tardo pomeriggio a Venezia.

Ora, nonostante la delusione, Simone vuole andare avanti: è determinato a collaborare con la federazione affinché nessuno più nelle sue condizioni debba rinunciare a un sogno. 

A cura di Claudio Gualdi
In questa rubrica pubblichiamo la storia di una persona che ha superato un incidente, un trauma, una malattia e con il suo racconto può dare speranza agli altri.
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