Peeling per attenuare i segni dell’acne a 20 anni, biostimolazione a 30, filler per riempire le rughe a 40-50, fino a trattamenti più sofisticati più ci si avvicina all’età “matura”.
21 milioni 696mila. Tanti sono stati i trattamenti di medicina estetica effettuati dagli italiani e dalle italiane nel 2015 (ultimi dati disponibili). Dati in costante crescita negli ultimi anni, a dispetto della crisi. E se fino a qualche tempo fa la medicina estetica si rivolgeva a donne e uomini “maturi”, oggi l’età media di chi si avvicina a filler e dintorni si sta abbassando gradualmente.

«Alla luce di tutto questo è evidente che i trattamenti di medicina estetica devono puntare alla massima personalizzazione; ogni pelle infatti richiede un intervento mirato. È ovvio che la pelle di un individuo di 20 anni non ha nulla in comune con quella di uno di 40, né quest'ultimo con quello di 60 anni, ma anche tra persone della stessa età ci sono differenze che devono essere tenute in considerazione» sottolinea il dottor Massimo Buttinoni, dermatologo e medico estetico. «La scelta è ampia, l'importante è affidarsi a medici competenti che propongano al paziente le procedure più adatte con serietà e nella massima sicurezza».

Dottor Buttinoni, quali sono i problemi più sentiti dalle/i giovani che li portano a rivolgersi alla medicina estetica?
Escludendo situazioni congenite, come il gibbo del naso pronunciato o presenza di inestetismi provocati a seguito di traumi come nel caso di incidenti stradali, si sarebbe portati a pensare che i pazienti più giovani andrebbero esclusi dai trattamenti che servono a migliorare i cosiddetti “segni del tempo”. In un’analisi più attenta invece, le cose non stanno esattamente così: alcuni segni di invecchiamento possono comparire molto precocemente, altri si possono prevenire. In realtà, però, tra i 18-30 anni gli elementi più comuni sono legati all'acne con relativi esiti cicatriziali e pigmentali. Tra i trattamenti che aiutano o risolvono questo tipo di problemi sono i peeling, il laser frazionato, la terapia fotodinamica e il fotoneedling. Altra situazione che può interessare questa età è l'eccesso di peluria (irsutismo) e problemi legati ai peli incarniti che si risolvono con trattamenti laser e di luce pulsata; inoltre esistono inestetismi legati ai cuscinetti adiposi che possono essere trattati con procedure minimamente invasive come la mesoterapia (iniezioni sottocutanee con aghi sottilissimi che aiutano a “sciogliere” le cellule adipose) e la criolipolisi (distruzione delle cellule di grasso attraverso una particolare apparecchiatura che sfrutta il freddo).

E tra i 30 e 40 anni?
In questo periodo la pelle è più delicata, inizia a perdere collagene ed emergono rughe sottili. I trattamenti quindi sono focalizzati all'eliminazione di queste rughe e a migliorare l'idratazione della pelle. Già fra i 30 e i 40 anni, per contrastare le rughe d’espressione che si formano, per esempio, a causa della contrazione esagerata e duratura di alcuni muscoli del viso, può essere utilizzata la proteina botulinica che, con le dosi e i tempi corretti fra una seduta e l’altra, va semplicemente a ridurre la loro formazione. Anche l'utilizzo di procedure come la biostimolazione cutanea, la radiofrequenza, i filler all'acido jaluronico e i fili di bioristrutturazione consentono di mantenere un aspetto (e una salute) giovanile molto più a lungo nel tempo.

Passiamo alla fascia dei 40-50. Cosa succede alla pelle?
A partire dai 40-50 anni emergono le rughe più profonde e la pelle si secca maggiormente. È necessario agire su questi inestetismi, prevenire la carenza di tonicità e ridisegnare l'ovale facciale. A questo scopo i filler all'acido jaluronico, per il rimodellamento del viso, sono utili non solo per recuperare i volumi ma anche per idratare i tessuti.

Infine, c’è la pelle per così dire “matura”. Che esigenze particolari ha?
Parlando di età avanzata, o per meglio dire “matura”, tra i 60-70 anni e oltre, si può raccogliere la maggior parte degli inestetismi (soprattutto riferiti al viso) intorno a un unico grande basilare tema: l'invecchiamento cutaneo. Un processo assolutamente naturale e irreversibile che affonda le sue origini sin dalla giovane età e proprio per questo va arginato, conosciuto e seguito passo a passo. A seguito dei cambiamenti ormonali che modificano l'aspetto della pelle, avremo sempre più una perdita dell'elasticità, una riduzione del collagene e la comparsa delle macchie dovute all'età. Trattamenti mirati come il plexer, che produce una ionizzazione del gas dell'aria, permettono di combattere in modo rapido e sicuro le macchie della vecchiaia, sia delle mani sia del volto. Per contrastare il rilassamento cutaneo, che può interessare non solo il volto ma anche le braccia, l'addome o l'interno cosce, è possibile utilizzare fili riassorbibili di biostimolazione che permettono un recupero dei tessuti, senza un vero e proprio intervento chirurgico. Quando il filo è completamente riassorbito, i tessuti hanno generato nel frattempo una struttura naturale formata dai fibroblasti (cellule della pelle) e dal collagene da esse prodotto, che donano tono ed elasticità alla pelle. Si tratta di un vero e proprio meccanismo di sollevamento biologico autoindotto.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e definisce la salute non solo come uno stato di assenza di malattia ma come “stato di benessere sia fisico sia psichico”, per il quale anche l’aspetto fisico può giocare un ruolo importante

La prevenzione prima di tutto
La prevenzione può contrastare l'invecchiamento più di qualunque altro intervento. E per prevenzione si intende una vera strategia nel non eccedere con l'esposizioni al sole e l'utilizzo di prodotti idratanti e nutrienti con particolare attenzione per quelle parti del viso (ad esempio il contorno occhi) che sono più delicate e richiedono quindi preparati più attivi ad alta performance come i sieri. Se la donna, o l'uomo, hanno per tutto la vita seguito un regime alimentare sano, praticato regolare attività fisica, “curato” la pelle in modo costante, con regolarità e prodotti di qualità, gli inevitabili segni che il tempo lascia sulla pelle saranno ridotti. Si sa che esiste poi anche un fattore assolutamente individuale e che ci sono problematiche personali legate alla genetica. E quindi senza fanatismi non si può pensare di correre ai ripari dopo anni di incuria.

a cura di GIULIA SAMMARCO
con la collaborazione del DOTT. MASSIMO BUTTINONI
Medico estetico
- A BERGAMO-