Con la bella stagione e il caldo si tende a scoprirsi di più e così si mettono in mostra quei tatuaggi che rimangono nascosti durante i periodi più freddi. «L’estate tuttavia non è il momento giusto per decidere di regalarsi un nuovo tatuaggio e l’esposizione al sole è nemica della pelle appena tatuata» segnala il professor Leonardo Celleno, dermatologo e presidente AIDECO (Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia).

Il tatuaggio deve “guarire”

Generalmente servono due o tre settimane per consentire a un tatuaggio di cicatrizzarsi del tutto e durante questo periodo di tempo sarebbe bene evitare di esporsi al sole, per non danneggiare sia i colori del nuovo tatuaggio sia la pelle. Quando ci si tatua, infatti, l’inserimento di pigmenti nella pelle apre come tante piccole ferite, che facilitano l’ingresso di agenti estranei come per esempio i batteri, che possono causare infezioni e infiammazioni in grado anche di compromettere la buona riuscita del tatuaggio. Per queste ragioni, dopo una seduta dal tatuatore la prima cosa di cui curarsi è l’igiene della pelle, usando detergenti delicati e debolmente acidi e disinfettanti appropriati.

Il calore e la luce possono innescare una serie di reazioni naturali che “consumano” il tatuaggio, rendendo il disegno più sfumato e privo di nitidezza e i colori meno luminosi e brillanti

I raggi solari possono causare infiammazione

Si dovrebbe evitare l’esposizione al sole in quanto la radiazione solare può infiammare l’area tatuata e di conseguenza, interagendo con i pigmenti, determinare più facilmente reazioni di fototossicità o di fotoallergia, causando poi l’insorgenza di macchie scure difficilmente trattabili, chiamate iperpigmentazioni. «Anche l’abbronzatura artificiale non fa bene perché, benché la radiazione ultravioletta delle lampade sia solo una parte di quella solare, è comunque dotata di molta energia e può produrre dei danni simili a quelli del sole» precisa il professor Celleno.

I tatuaggi più sensibili al sole
Benché ogni tatuaggio abbia caratteristiche specifiche, così come ogni tipo di pelle, in generale alcuni colori, per quanto magari appaiano più brillanti appena applicati, possono essere più facilmente rovinati dall’esposizione ai raggi ultravioletti. Non è possibile stilare una vera e propria “classifica”, ma di norma un tatuaggio nero ha una maggiore resistenza al sole rispetto a uno colorato e il rosso, nelle sue varie tinte, è uno dei pigmenti più sensibili, seguito dai colori pastello e da quelli più tenui. Ma c’è anche un altro elemento da considerare, ovvero la posizione del tatuaggio sul corpo. Infatti nel caso delle aree più esposte, come braccia o collo, l’effetto del sole sarà più importante, mentre in quelle più nascoste (per esempio la coscia) il problema sarà meno evidente, ma comunque da non sottovalutare.

Mai senza protezione solare

Se il tatuaggio è stato fatto da un po’ ci si può esporre al sole senza pericoli, tenendo conto però che la pelle – tatuata o meno – va sempre e comunque protetta dal sole scegliendo creme solari adeguate. In particolar modo chi pratica sport all’aperto dovrebbe utilizzare prodotti con un elevato grado di protezione sia verso i raggi UVA che quelli UVB e che siano resistenti ad acqua e sudore. 

A cura di Lella Fonseca
con la collaborazione del professor Leonardo Celleno
dermatologo e presidente AIDECO (Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia)